“FINGERE” PER AMORE
LA VITA È BELLA
(Film di Roberto Benigni, 1997)
“Possano le
generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza e goderla in
tutto il suo splendore”.
Vocabolario Preliminare Imparate bene questi vocaboli prima di fare le
letture |
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affrontare |
to face up to |
magia (n.) |
magic |
anca |
hip |
muscolatura |
musculature |
ariana |
Aryan |
netto |
clean, clear |
auricolare |
auricular |
ombelico |
navel |
campo di concentramento |
concentration camp |
padiglione |
auricle |
capacità |
ability |
proteggere |
to protect |
caporale |
corporal |
regista |
movie director |
cartilagine |
cartilage |
ride (v. ridere) |
to laugh |
colpito (v. colpire) |
to hit / to strike |
risparmiare |
to save |
deportare |
to deport |
sdoppiamento |
split |
fingersi |
to pretend to be |
snodare |
to untie |
frenetico |
frenetic |
soffiare |
to steal |
ibridismo |
hybridism |
spacciarsi |
to pretend to be |
inventiva |
inventiveness |
spinta |
pushed |
illuminato |
enlightened |
stratagemma |
stratagem |
ispettore |
inspector |
travestimento |
disguise |
Introduzione
Il film italiano che
ha colpito maggiormente in questi ultimi anni è stato La vita è bella (1997)
- vincitore di tre premi oscar nel 1999:
Miglior Film Straniero, Migliore Attore Protagonista, Migliore Colonna Sonora -
per il modo in cui il regista, di fronte ad una delle più grandi atrocità della
seconda guerra mondiale, ci mostra la capacità, spinta dalla forza
dell’amore, di un individuo di affrontare l’orrore del campo di concentramento.
In questo film ogni atto è un gesto d’amore profondo di un uomo, di un padre,
di un marito, che inventa e fa di tutto per risparmiare a suo figlio l’orrore
di un’atrocità che l’uomo ha fatto verso l’umanità.
La genialità del film
si vede nei momenti in cui più terribile è la situazione, più grande è l’inventiva
di questo uomo semplice, capace di trasformare una situazione tragica
in una specie di gioco a punti, perché il figlio sia protetto e per
quanto possibile non capisca la tragicità della realta che sta vivendo.
La genialità del
regista riesce a creare una sorta di sdoppiamento di personalità nello
spettatore. Pur non dimenticando la situazione angosciosa che i personaggi
stanno vivendo, lo spettatore adulto si sdoppia e diventa anche un bambino, lasciandosi
trasportare dal gioco che Giudo inventa per suo figlio. Da una parte è come se
lo spettatore volesse diventare complice di Giudo per non far capire a Giosuè
la tragicità di quello che sta vivendo. Dall’altra parte è come se lo spettatore
volesse essere un bambino ingenuo e credere al gioco, come se volesse
proteggere se stesso dalla verità.
Grazie alla
stessa genialità, a questo sdoppiamento di personalità, come un paradosso, nel
film avviene una cosa straordinaria che non ci si aspetterebbe certo di fare
parlando dell’Olocausto: lo spettatore ride.
Come può lo
spettatore non ridere, per esempio, davanti alla traduzione degli ordini del
tedesco, che dirige la baracca, o davanti al travestimento da donna di Guido,
nella disperata ricerca della moglie, che pure porterà all’epilogo tragico del
film?
Finito il film, proprio
grazie a questo sdoppiamento di prospettive – adulto e bambino - lo spettatore
non prova solo tristezza e amarezza per quello che è accaduto, ma prova anche
un senso di “felicità”. Il regista
riesce a farci vedere e vivere, fino alla fine, la storia attraverso gli occhi
di Giosuè che è felice di aver vinto il suo “gioco”.
Benigni, nella
prefazione del suo libro dopo il successo dell’Oscar, ha scritto: «Ho scelto
il titolo La vita è bella, perché sembra una frase consumata e invece vuol dire
proprio ciò che dice: la nostra vita è bella.
I. Domande di comprensione.
1. Hai visto il film “La vita è bella” o ne
hai sentito parlare?
2. In quale periodo si svolge la storia?
3. Perché questo film ha l’“amore” come
elemento fondamentale?
4. Perché “ridere” sembra un paradosso in
questo film?
5. Perché parliamo di sdoppiamento dello
spettatore?
6. Secondo te qual è il messaggio del film?
Guarda il
trailer: http://it.youtube.com/watch?v=aePX-R2ZXXs&feature=related
Adattato da: http://it.wikipedia.org/wiki/La_vita_%C3%A8_bella
TRAMA
Il film comincia con un commento: Questa è una storia semplice, eppure non è
facile raccontarla, come in una favola c'è dolore, e come in una favola, è
piena di allegria e di felicità.
Siamo nel 1938. Guido Orefice, un giovanotto ebreo pieno di
allegria, va ad Arezzo con l'amico Ferruccio. Durante il movimentato
viaggio Guido incontra una maestrina, Dora, che chiama da subito principessa poiché lui si spaccia per principe. Arrivato in
città, va a casa dello zio Eliseo, maitre dell'hotel più famoso della città:
Guido è infatti deciso a diventare un cameriere sebbene il suo progetto sia
quello di aprire in seguito una libreria. Nella speranza di riincontrare Dora, si finge ispettore
scolastico e "dimostra" la superiorità della razza italiana. Una sera
Dora, con i suoi amici, va a teatro, ovviamente Guido la segue e, con uno stratagemma, la "soffia" al fidanzato Rodolfo. I due
quella sera parlano a lungo e Guido le confessa infine il proprio amore per
lei. Dopo qualche tempo, i due si sposano e dal loro amore nasce Giosuè.
Sei anni dopo la famiglia è ancora felice, Guido
ha finalmente aperto la sua libreria, ma proprio il giorno del compleanno di
Giosuè, quest'ultimo, Guido e lo zio vengono deportati in un campo di
concentramento con altri ebrei. Dora, che non è ebrea, li segue
volontariamente, incontrando il marito per l'ultima volta appena arrivati al
campo.
Il bambino è messo di fronte ad
una tragedia all’improvviso e il padre, con furbizia in quanto ingegno,
facendo il buffone fino all’ultimo, cerca di celargli in ogni modo la realtà,
cerca di convincerlo che nulla di quello che vede è vero. Per proteggere Giosuè dagli orrori della realtà, in una delle scene
più geniali del film, Guido si improvvisa interprete del caporale tedesco, e "traduce" tutte le regole del lager
in un emozionante gioco in cui si dovranno affrontare
prove tremende per vincere il meraviglioso premio finale, un carro armato.
Col passare dei giorni Giosuè entra attivamente
nel vivo del "gioco". Qualche giorno dopo Guido riuscirà a parlare
con Dora, per l'ultima volta, attraverso il microfono del campo.
Una notte,
all'improvviso, i soldati tedeschi abbandonano freneticamente il campo dopo aver fatto strage dei deportati
rimasti. Guido riesce a nascondere Giosuè in una cabina, promettendogli di
ritornare, ma mentre è alla ricerca della moglie viene scoperto e fucilato.
Al mattino seguente il lager viene liberato dagli
americani. Giosuè esce dalla cabina in cui si era rifugiato ed è infine salvato
da un soldato americano che lo fa salire su un carro armato mentre, convinto di aver vinto il premio finale,
grida: è verooo!!!
Il film si
conclude con il bambino, accompagnato dall'americano, che ritorna felicemente
dalla madre e la voce narrante conclude dicendo:
'Questa è la mia storia, questo è
il sacrificio che mio padre ha fatto, questo è stato il suo regalo per me!.
II. Comprensione
1. Chi è Guido
Orefice?
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2. La moglie Dora
segue volontariamente Guido e il figlio Giosuè in un campo di concentramento.
Avrebbe potuto evitarlo? Perché ha deciso di seguirli?
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3. Che gioco
inventa Guido per il figlio nel campo di concentramento? Perché inganna Giosuè?
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4. Come finisce
il “gioco”per Guido? Come finisce per Giosuè?
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5. Secondo te,
qual è il messaggio del film? Perché?
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6. Come definiresti la “furbizia”di Guido?
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7. Se tu sei
innamorato di una ragazza, cosa fai?
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8. Se fossi padre/
madre, cosa faresti per proteggere tuo figlio da una situazione dolorosa? Fai
un esempio.
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