I dialetti italiani
sopravvivono online
Online origini, saggi critici, curiosità
e canzoni che sono diventate famose
Fonte: http://www.repubblica.it/online/societa/dialetti/dialetti/dialetti.html
di ANDREA BEGNINI
ROMA - I
dialetti in molte regioni d'Italia non li parla più nessuno, è vero. Eppure i
nostalgici e gli estimatori della tradizione dialettale del nostro paese non
mancano, a giudicare dalla molteplicità di siti e di pagine Web dedicate al
calabrese, al genovese, piuttosto che al sardo o al friulano. E non si tratta
di studenti universitari oppure di professori che dissertano da lontano sulle
lingue morte o moribonde dello Stivale, quanto piuttosto di persone di tutte le
età che desiderano raccogliere quanto più possibile rimane del proprio passato
e celebrarlo.
Sembra infatti che parlare un dialetto stia diventando quasi di moda, e quella
che prima era una minaccia adesso appare come un fenomeno di costume,
l'originalità delle proprie radici da mostrare con orgoglio. Ne sono una prova
i corsi organizzati dal Centro Filologico Milanese che, accanto a inglese,
francese e tedesco, ha attivato frequentatissimi cicli di lezioni di grammatica
e letteratura meneghina, con tanto di metrica e ortografia.
Partiamo dalla teoria. Per alcuni fondamentali cenni
sulla storia e la formazione dei dialetti italiani uno dei siti più
interessanti è però in inglese: dedicato alle lingue minori in Europa, riserva
corpose sezioni di pagine al friulano, all'istriano, al veneto e al siciliano,
ognuna con un buon numero di link a studi, saggi critici, riferimenti letterari
e anche musicali.
Una curiosità: lo stesso italiano è inserito tra le
lingue minoritarie assieme ai suoi dialetti. Un altro
buon sito generalista è quello della redazione
dell'Istrice che presenta una rassegna in continua
crescita di dialetti nostrani con ampie sezioni
dedicate alla loro origine. In aggiornamento costante
è anche il dizionario dei dialetti d'Italia come la
versione dialettale di testi famosi. L'utopia proposta dal sito è quella della
comprensione universale tra persone che parlano dialetti diversi e come Stele
di Rosetta è stata scelta la parabola del Figliol prodigo.
Pagine web più letterarie sono quelle di Mediastudio,
che raccolgono filastrocche, scioglilingua, ninne-nanne e conte in dialetto con
testo a fronte in
italiano. Per la gioia di quei bambini che per
addormentarsi non usano la Playstation e di quei
grandi che sono stati anche loro bambini, ecco la conta di Pin pin cavalin in
milanese, la
filastrocca "Trotta cavallo biso" in trevigiano, oppure Nanna Cunatta
in Veneto. Lingua e Dialetto raccoglie invece, oltre a numerosi saggi
sull'argomento, una nutrita sezione di testi dialettali che vanno dai canti
popolari corsicani al piemontese nei testi delle canzoni dei Mau Mau, dalle
pagine dedicate al poeta dialettale Albino Pierro al "portolotto",
lingua estinta che si parlava una volta nel riminese.
Passando ai corsi di dialetto Roma Virtuale presenta
una introduzione al Romanesco che comprende una serie
di cinque lezioni di grammatica, un glossario e una
raccolta di modi di dire: con la massima serietà viene per esempio spiegata
l'origine etimologica di un espressione come "vammorì ammazzato!", da
indirizzarsi "a colui che abbia suscitato in noi un senso di
disapprovazione". Per il milanese rivolgersi al sito del paese di
Melegnano, una completa panoramica sul dialetto meneghino che comprende anche
ricette tradizionali e l'immancabile storia del Duomo di Milano. Un consiglio a
chi desidera imparare un
dialetto ostico anche nella grafia come quello
genovese: provate prima di tutto ad avvicinarvi a
questa che è praticamente una lingua attraverso i
testi delle canzoni di Fabrizio de Andrè; sul sito a
lui dedicato in Freeweb potrete provare anche la
pronuncia cantando assieme a lui sulle note delle canzoni più famose.
(12 agosto 2000)
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